Samp. Poi, Inter e Lazio. Nove punti, minimo sette. La tabella ideale per garantirsi la presenza nel rush finale per un posto in Champions League. Si parte dai doriani, dagli ex Quagliarella, Ranieri, Tonelli. Senza troppi assilli di classifica, ma squadra di gamba, che gioca all’inglese, in verticale, addosso all’avversario. Ovvero, la nemesi degli azzurri di Gattuso, chiamati però alla ripartenza dopo la sconfitta di Torino. Forse immeritata, che però disegna ancora una volta i limiti di rosa e in parte anche di gestione. Non è stata infatti la prima volta negli ultimi anni che il Napoli gioca allo Stadium con atteggiamento accorto, quasi rinunciatario (nella prima parte), fallendo poi occasioni da rete. E’ nel dna della squadra, di alcuni elementi che sono qui da anni, che stentano in queste partite. Ma ora c’è da andare oltre. Samp, tre punti. E risultati positivi con Inter e Lazio.
SAMP, LE SCELTE DI GATTUSO
Energie fresche contro la Samp. Partendo da Osimhen, che dovrebbe essere preferito a Mertens. Il nigeriano ha cambiato il volto del Napoli nel secondo tempo contro i bianconeri, presente, attivo, con la gamba che ha ripreso a girare a ritmo pieno. E sull’out sinistro c’è Politano e non Lozano, che non è ancora pronto, schierato a Torino ma distante dalla scintillante condizione che l’ha reso a lungo il migliore (con Insigne) nella stagione azzurra. E se in mezzo, con i limiti e i pregi mostrati nell’ultimo periodo, ci sarà il duo Demme-Fabian, con Zielinski un passo più avanti, dovrebbe essere Manolas ad affiancare Koulibaly, con Di Lorenzo e Mario Rui sugli esterni difensivi e il ritorno di Ospina. Ma oltre agli uomini, alla tattica, serve la mentalità, la voglia di giocarsi il piatto forte fino alla fine. Due mesi scarsi, prima del rompete le righe. Con o senza Coppa.