Napoli vola con il Camaleonte Rino. La squadra azzurra che vince a San Sebastian porta la griffe, il marchio, la bravura di Rino Gattuso. Appena un tiro in porta concesso alla Real Sociedad, tre occasioni, una gestione fantastica della gara dalla panchina: Gattuso decide di partire con i tre mediani (Lobotka sottotono), conosce i tempi della squadra basca, riservandosi le cartucce nei cinque cambi che poi, per diversi motivi, hanno inciso sull’esito della partita. L’ennesima prova delle capacità tattiche, non solo temperamentali, del tecnico scelto da De Laurentiis per il presente e futuro del Napoli. Un concentrato di principi definiti di gioco, tra calciatori e moduli rovesciati come un calzino. Un tecnico con le qualità dei top manager europei.
LA GARRA DI LOZANO, IL MURO KOU, IL SINISTRO DI POLITANO
C’è tanto di Gattuso nelle tre chiavi della partita che ha portato tre punti al Napoli. Squadra rivoluzionata rispetto al campionato, con un’altra impostazione tattica: poco palleggio iniziale, palla in verticale per Petagna e poi gli esterni offensivi a puntare gli avversari. E se è evidente il decollo di Politano, alla terza gara consecutiva che arriva al tiro dal limite partendo destra con il suo mancino, una chiave tattica preparata dallo staff di Gattuso, c’è stata la maiuscola prova di Lozano, subentrato a Insigne di nuovo infortunato, attento in fase difensiva, intenso, 60 minuti in quinta marcia, pressando alto fino a fine gara. Trasformato, il messicano, trascinatore, deciso, con giocate di qualità. E poi, il muto Koulibaly, tornato decisamente ai livelli che gli competono, che prende tutto quello che arriva per cielo e per terra, aiutato da Maksimovic, che sembra a lui più compatibile rispetto a Manolas. Risultato: il Napoli spreca in avanti ma è compatto, lucido, non soffre. E torna dalla Spagna con tre punti. Europa League rilanciata, quinta vittoria su sei gare. E ora, all in sul Sassuolo.
OSIMHEN INGENUO, I DUBBI SU LOBOTKA
Nel Napoli che vince e convince c’è anche il nigeriano che entra, combatte ma ingenuamente rimedia due cartellini gialli in 15 minuti, lasciando la squadra in dieci uomini per gli scampoli finali. E poi il centrocampista slovacco, che mostra qualità ma non incide, tra Demme e Bakayoko dovrebbe essere la chiave per innescare le punte e invece si limita alle giocate essenziali. Un passo indietro rispetto alle altre opzioni sulla mediana.