Napoli, una difesa tra alti e bassi. Il 2020 sta per salutare dopo aver inciso come non mai sull’andamento dei campionati, delle coppe nazionali ed europee, con la pandemia che ha ridefinito calendari, ritmi delle partite, imponendo stadi chiusi e l’attività concentrata in poche settimane, dopo il lockdown di tre mesi tra marzo e giugno. In più, gli azzurri hanno dovuto affrontare la cura Gattuso, un anno con il tecnico calabrese dopo il fallimento della gestione Ancelotti, che ha portato il ritorno al vertice, l’ingresso in zona Europa, il successo finale in Coppa Italia e anche qualche sofferenza, soprattutto nell’ultima fetta del 2020, tra sconfitte inattese e prestazioni incolori. Ed è quindi tempi di bilanci, partendo dal reparto arretrato, quello meno ritoccato nel mercato estivo, che ha visto l’arrivo dell’ex Verona Rrahmani, sinora mai utilizzato da Gattuso, anche perché contagiato dal Covid-19.
NAPOLI, OSPINA SI PRENDE LA PORTA, MERET SOFFRE
Il valore del portiere friulano non si discute, ma il 2020 ha sancito sul campo la titolarità del portiere colombiano, che non a caso gioca le partite più delicate, tra campionato e coppe. E se è vero che Gattuso riserva, forse prendendosi rischi eccessivi, lo stesso numero di partite a entrambi, è altrettanto indiscutibile che il rendimento di Ospina sia stato superiore, quasi sempre di alto livello, seppur con qualche neo, tipo l’uscita improvvida che consegnò il successo alla Lazio (gol di Immobile). Certo, Meret è il portiere dei rigori parati alla Juventus nella finale di Coppa Italia, resta un capitale della società ma la sensazione è che soffra il dualismo e che non riesca a emergere. Fino al punto che Gattuso, prima o poi, dovrà concedere i gradi del titolare e dell’alternativa.
CENTRALI: ALTERNO KOU, MANOLAS A TRATTI, LA RINASCITA DI MAKSIMOVIC
Il Napoli è al momento la miglior difesa di Serie A. E oltre al lavoro di Gattuso c’è il ritorno a buoni livelli di Koulibaly. Il gigante senegalese in ogni caso non è mai tornato ai livelli del triennio sarrista. Nella seconda parte del 2020, dopo la lunga assenza nel campionato precedente che si è chiuso ad agosto, ha alternato prove maiuscole a errori impresentabili (soprattutto in Europa League), mentre al suo fianco è salito il rendimento di Manolas, molto alterno nell’era Ancelotti e nei primi mesi con Gattuso. Sempre tra i centrali, se Rrahmani è avvolto dal mistero, voluto da Giuntoli, non da Gattuso, forse abituato alla difesa a tre e fermato anche dal covid-19, la sorpresa in positivo è stato Maksimovic, un muro specie nella Coppa Italia vinta dal Napoli e paradossalmente all’apice della forma in azzurro in corrispondenza della scadenza del contratto, che avverrà tra sei mesi. Il tecnico vorrebbe il suo rinnovo, che resta difficile, il calciatori nelle ulrime settimane ha accusato qualche passaggio a vuoto in campo, forse distratto da quanto avviene fuori.
IL BUCO NERO DEI TERZINI: DA DI LORENZO A MARIO RUI, QUALITA’ CERCASI SUL MERCATO
E’ il punto debole della rosa azzurra. Addirittura cinque i laterali difensivi, ma la qualità è bassa, troppo per un club da vertice. Di Lorenzo, Malcuit, Hysaj, Mario Rui, Ghoulam: nei 12 mesi si sono salvati per rendimento e spessore a tratti solo Hysaj e Mario Rui, mentre Di Lorenzo, dopo la partenza turbo con Ancelotti, ha mostrato limiti tecnici e difensivi, anche se è pure arrivato in Nazionale. Sull’out sinistro c’è poi l’enigma Ghoulam, da due anni sul mercato, da due anni in bilico tra ripartenze e tribune, lo scoglio per l’arrivo di un terzino di qualità. Ora si apre la solita finestra in cui è dato in partenza, interessi in più campionati, sperando che il finale sia positivo per società e calciatore, che non è mai più tornato purtroppo ai suoi (alti) livelli, precedenti al doppio infortunio che l’ha tenuto lontano dal campo per mesi, anni.