Napoli, in Croazia tre punti e tante spine. Il successo a Rijeka e il primato in Europa League assieme a Real Sociedad e Az Alkmaar è davvero l’unica nota lieta della serata europea. Resta negli occhi la pessima prestazione nel primo tempo, uno dei peggiori dell’era Gattuso, se non il peggiore. Squadra lenta, demotivata, distratta. Da Koulibaly a Mertens, i migliori erano con la mente altrove, forse logorati dalla serie di partite in fila in una stagione che non ha conosciuto una fase di preparazione. Un solo gol subito nei primi 30 minuti è stato un affare, il timbro di Demme a fine prima frazione ha fatto suonare la sveglia, nel secondo tempo innestando un paio di marce più alte gli azzurri hanno dominato la partita. Ma non basta e Gattuso a fine partita aveva l’espressione di chi sa che la rotta va invertita subito. Forse procedendo con scelte dolorose per il bene del Napoli.
LOBOTKA, DI LORENZO: OCCASIONE PERSA
Il Napoli è punto da varie spine. Il centrocampista slovacco per esempio ha confermato una volta di più di non essere al posto giusto, nel momento giusto. Diligente, forse meglio scrivere anonimo. Non incide, non verticalizza, il suo peso in mezzo al campo non si avverte, lasciando spesso il compagno di reparto, Demme, a sdoppiarsi tra recupero palla e costruzione. In questo momento non è un’opzione da cavalcare, mai ha convinto finora in azzurro, la sua qualità non emerge. E le prove d’appello stanno per finire. Ed è in caduta anche Di Lorenzo, che ha perso gamba, convinzione, forse entrato in un’involuzione tecnica che gli impedisce anche le giocate più semplici. Uno dei complici sul gol croato, forse avrebbe bisogno di riposo ma il Napoli è messo male sugli esterni, deve giocare perché Hysaj serve a sinistra, dove non c’è un altro terzino alle spalle di Mario Rui. Certo, se recuperasse Ghoulam..
NAPOLI, RECUPERARE DRIES DISPERATAMENTE
Al Napoli serve Mertens. Quello vero. Anche a costo di rimetterlo al centro dell’attacco. Alle spalle della punta, da trequartista a tutto campo, non va. Attitudine, età, visione di gioco proiettata nelle giocate nello stretto: il belga ha perso motivazione e fiducia, resta un uomo-squadra ma in quella posizione non rende. Anche qui, dopo varie prove, servono scelte nette, decise, che Gattuso sa assumere. E dunque, rimettere Mertens da punta, in alternativa a Osimhen, oppure da esterno in appoggio alla punta, ma non in posizione Totti, per intenderci, a ricamare il gioco a 50 metri dalla porta. Non è il suo mestiere e Dries serve come il pane, uno dei pochi, assieme a Insigne, a far cambiare marcia al Napoli.