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Sport: attesa per il nuovo DPCM

Il mondo dello sport in attesa delle decisioni che verranno prese con il nuovo DPCM del 16 gennaio. Secondo le prime indiscrezioni, il decreto imporrebbe la proroga dello stop, con nuovi drammatici effetti sulle società sportive già duramente provate da questi mesi di pandemia e dallo stop alle attività.

I contagi stanno risalendo in tutta Italia e si teme che a breve si possa entrare nella terza ondata: per questo motivo il Governo è al lavoro per stabilire nuove misure per contenere la diffusione del virus, parallelamente all’intensificarsi della campagna vaccinale che entra sempre più nel vivo, con le dovute differenze tra regioni (la Campania è prima in Italia per percentuale di somministrazione). Il Governo non pare orientato al momento ad un alleggerimento delle disposizioni. Dall’11 gennaio la Campania è zona gialla, come la maggior parte delle regioni italiane (Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna, Calabria e Sicilia sono rimaste in fascia arancione). A breve, tuttavia, lo scenario cambierà con le nuove disposizioni del DPCM, tra le quali dovrebbero esserci anche il divieto per i bar di vendere cibi e bevande da asporto dopo le ore 18.00 e alcune modifiche anche sui criteri di assegnazione dei colori della fasce di rischio delle Regioni. Lo stato di emergenza verrà prorogato fino al 30 aprile.

Cosa deve aspettarsi il mondo dello sport, in particolare palestre e piscine, da queste nuove misure? Lo scenario non appare particolarmente incoraggiante con l’ipotesi più che concreta di una proroga dello stop alle attività. Palestre e piscine sono chiuse dallo scorso 24 ottobre e, nel mese di gennaio, non sembra prevista una riapertura al pubblico e alle attività. Questo porta a quattro i mesi di chiusura delle strutture – da febbraio a maggio 2020 -, una criticità a cui va aggiunta la riapertura con restrizioni e utenza ridotta nel periodo che va da giugno a settembre 2020. Infine la chiusura da fine ottobre sino a oggi. Il settore appare in estrema sofferenza: società, personale tecnico e amministrativo vivono grandi difficoltà quotidiane e tanti dubbi sulla ripresa delle attività. La situazione si fa sempre più difficile per chi gestisce strutture sportive, al pari di altre categorie danneggiate dalla pandemia.

L’olimpionico Diego Occhiuzzi, con la sua Milleculure, lancia la provocazione su Facebook: “Ora che i ristoranti e negozi possono riaprire non sarebbe il caso di dedicarsi anche allo sport? Sarò anche di parte ma penso che le palestre siano un luogo sicuro che fa bene al corpo e alla mente. Non ho parole!”.

Se il destino di palestre e piscine sembra segnato, qualche timida speranza di un approccio meno punitivo risiede nella riunione che il ministro dello Sport Vincenzo Spadafora e il Comitato tecnico scientifico hanno in programma per valutare l’ipotesi di aperture delle palestre per lezioni individuali. Troppo poco per scongiurare il rischio di chiusura di tante strutture. Le chiusure non riguardano l’utenza che necessita di attività sportiva per assistenza e attività riabilitative o terapeutiche e gli allenamenti degli atleti, professionisti e non professionisti, che devono partecipare a competizioni ed eventi riconosciuti di rilevanza nazionale con provvedimento del CONI o del CIP. Concreta infine l’ipotesi che venga confermata la possibilità, nelle regioni in fascia gialla, di muoversi verso centri e circoli sportivi, pubblici e privati, per svolgere attività sportiva all’aperto nel rispetto delle norme di distanziamento sociale, nel rispetto delle prescrizioni dell’Ufficio per lo sport.

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