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Spalletti: “Lazio squadra forte, Maradona sempre nei nostri pensieri”

Il tecnico azzurro parla alla vigilia della sfida con la Lazio. Dall'emergenza al riscatto, alla statua di Maradona

Luciano Spalletti parla alla vigilia della conferenza con la Lazio. Dopo tre risultati negativi il Napoli vuole riscattarsi

SPALLETTI E L’EMERGENZA NAPOLI

“Va bene ciò che si dice, ma facciamo delle precisazioni: la rosa è di un certo livello, già nelle prime partite era fuori Mertens per l’operazione, a centrocampo c’erano pochi per 3 partite ed abbiamo fatto ciò che volevamo. E’ chiaro che da queste risposte si darà un’impronta al cammino che vogliamo fare. Noi però non dobbiamo dimostrare niente, innervosirci o avere cose da ribaltare, dobbiamo lavorare ogni giorno in maniera seria, quella è la soluzione.

Dobbiamo essere superiori a ciò che s’è proposto la volta precedente, senza farci condizionare. E’ chiaro che se andiamo lì a Mosca, sapendo del clima del meteo e dello stadio, perché sono una grande realtà nel loro contesto, e poi prendiamo una situazione dopo 30 secondi, il primo che deve fare un esame sul lavoro sono io. Bisogna capire ciò che arriva ai singoli calciatori, è più importante a volte un silenzio per ritrovare il comportamento anziché frasi fatte”.

LA STATUA PER MARADONA

Maradona è sempre nei pensieri dei calciatori, non solo dello sportivo per averlo ammirato, ma ci sono anche calciatori che vorrebbero ripercorrerne la grandezza, anche nelle canzoni che cantano. In ritiro in una cena sono venute fuori anche le canzone di Diego.

In sintesi io dico che non importa capire se è stato un buon esempio o meno, il più grande numero 10 o no, ma ciò che è fondamentale è il vuoto che ha lasciato, la sensazione di spazio lasciato al niente, lo smarrimento totale che non si era mai visto nella storia del calcio.

Ed è riduttivo parlare solo di storia del calcio, è stato il più grande di tutti, ci ho giocato una volta contro e ricordo benissimo cosa creò come difficoltà. Per capire la sua anima, va ascoltato quando cantava forse più che visto in campo. La grandezza è come faceva sentire gli altri, quanto li faceva diventare grandi”.

DOPO LE DUE SCONFITTE

“Assume un peso diverso – ha aggiunto Spalletti –  perché veniamo da 2-3 risultati che non sono stati quelli che avremmo voluto e perché davanti abbiamo una squadra del nostro livello. Fa parte di quelle 7 proprietà del condominio anche la Lazio. Servirà una continua evoluzione, di dove vogliamo portare il nostro calcio e lavorare seriamente ogni giorno. Senza lasciarsi ribaltare da un risultato. Dentro ogni partita poi ci sono gli episodi che cambiamo bruscamente l’andamento delle cose, purtroppo è così anche se hai perso non significa che il lavoro è stato sbagliato”.

INSIGNE E FABIAN

“Sono a disposizione, hanno svolto l’intera seduta in gruppo, con grande intensità e sono pronti per partire dall’inizio”.

I CAMBIAMENTI DI MODULO

“La linea sottile tra propongo qualcosa di diverso e trasmesso confusione alla squadra, ma il mio sguardo va sempre al di là e se guardiamo le squadre forti europee sanno adattarsi e ci mettono tante cose nelle partite, iniziando in un modo e poi cambiando qualcosa. Già l’utilizzo di uno o un altro lo determina, ma una costruzione a 4 o a 3, non fa trovare la stessa misura nelle pressioni degli avversari. C’è il rovescio della medaglia nello smarrire sicurezze ed è un equilibrio sottile, ma sono convinto che avere più soluzioni abbia dei vantaggi”.

L’ASSENZA DI OSIMHEN

“E’ un giocatore unico, ha tutte le qualità, caratteristiche, è completo, deve migliorare e raffinare la tecnica, ma poi le altre ce l’ha tutte, è difficile trovarne altri. Mertens tecnicamente e nel posizionamento non sbaglia, ma se deve fare uno strappo di 70 metri o saltare di testa e tenere palla è diverso, ma se gli capita una palla e tira la mette dove vuole. Si perdono delle caratteristiche, se ne prendono altri, ma conta essere al top per ciò che abbiamo in campo. Petagna ne ha altre ancora, siamo assortiti bene, per ora si lavora correttamente restando tranquilli”.

L’AVVERSARIO SARRI

“Difficile, qui l’hanno visto come organizza il gioco collettivo, tenendo la squadra corta, con la ragnatela di passaggi stretti, la percezione di dove si può far male. Loro – ha spiegato Spalletti –  stanno anche bene per come si sono mostrati in settimana e sarà una partita vera, di livello”.

MERTENS FALSO NOVE

“Non ha tanti problemi nella confidenza con la porta, è uno di quelli che sa fare il ruolo del 4-2-3-0, cioè l’attaccante che c’è o non c’è, che vedi e poi non lo trovi, funziona così. Altri hanno caratteristiche che tocchi, ti danno riferimento. Mi sono divertito quando un attaccante con caratteristiche diverse, tipo chiedono al centrale difensivo chi ti piacerebbe marcare e loro dicono quello più visibile e grosso e piace meno marcare invece quello piccolino, poi è chiaro va costruito sulle caratteristiche, quello grosso quando pressi bene se gliela butta lui la controlla e partono tutti, sono situazioni diverse e tutte e due redditizie se le fai funzionare”.

 

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