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San Siro toglie e dà, così è ripartito il Napoli verso la Champions

San Siro stavolta concede un attimo di gloria. Meritata, il successo di ieri sera del Napoli a casa Milan è stato meritato. Per il gioco, per la concentrazione, per l’attenzione. Un tris che spesso è mancato nella stagione degli azzurri e su questo punto la serie infinita di infortuni conta poco. E’ un punto debole della squadra, il punto debole, assieme ad alcuni buchi nell’organico che ora si affrettano a dimenticare quelli che ricordano la forza della rosa napoletana. Insomma, il Napoli pare ripartito. Senza la follia di Manolas con il Sassuolo, supportato da quel Bakayoko che anche con il Milan aveva combinato la frittata, sarebbero 12 punti in quattro gare. Un filotto, uno di quelli che servirebbero per prendersi la Champions League. E in attesa della prova, che per il Napoli è necessaria a causa delle ripetute dimostrazioni di inaffidabilità stagionale, si può dire che la gara di San Siro chiude un cerchio.

SAN SIRO, L’INGIUSTA SCONFITTA CON L’INTER CHE SMONTO’ GLI AZZURRI

Oltre tre mesi fa a San Siro con l’Inter il Napoli esibì la stessa sensazione di forza mostrata contro Kessiè e compagni. Anzi, con i nerazzurri la prova fu anche migliore, perché Lukaku e Lautaro Martinez furono silenziati da Koulibaly e Maksimovic, Demme annullò Barella. E solo l’atavica incapacità degli azzurri di far male in zona gol – l’occasionissima di Petagna, il miracolo di Handanovic su Politano, l’ennesima rete fallita a Milano da Zielinski – privò il Napoli di un giusto successo, con l’Inter ridotta a un tiro in porta e tre punti in classifica. Quella partita, dolorosa partita, ha acceso il tasto della disperazione e del calo di motivazione in buona parte degli azzurri. Un trend in discesa, assieme alla fila di infortuni, tutti concentrati nel reparto offensivo. Pioli nel post partita ha ricordato che il Milan gioca senza Ibra, Mandzukic, Rebic da qualche settimana, lanciando la palla a Inter e Juve, chiedendosi cosa avrebbero fatto nerazzurri e juventini senza Lukaku, Lautaro, Cristiano Ronaldo. E se lo dice Pioli, senza essere travolto dalle critiche, Gattuso, per tre mesi senza Osimhen e due (in contemporanea) senza Mertens, con l’aggiunta di Petagna, Lozano e anche senza qualche spezzone di Insigne, cosa dovrebbe dire? A chi dovrebbe ricordarlo? Non è il momento di tornare indietro, la volata è lanciata, il Napoli, a breve al completo, è capace di tutto, anche di rovinarsi, di nuovo, con le sue stesse gambe. Vedremo.

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