Rudi Garcia è il nuovo allenatore del Napoli. Torna in Italia dopo l’esperienza alla Roma e una non proprio esaltante all’ Al Nassr di Cristiano Ronaldo. Si rimette in gioco nel dopo Spalletti e questo denota una gran voglia di ritornare ad allenare e un rischio dopo le brillanti prestazioni del Napoli. Già per questo motivo è da apprezzare.
RUDI GARCIA E IL GESTO DEL VIOLINO
Il gesto più famoso è quello del violino, fatto il 5 ottobre del 2014, per criticare in maniera elegante l’arbitraggio di Rocchi in una sfida con la Juventus. Lo spiegò qualche anno dopo, quando era allenatore del Lione. “Il violino è rimasto nell’armadio quando ho lasciato l’Italia. Mi venne istintivo, volevo difendere la mia squadra da quello che ritenevo fosse un torto. La mia Roma avrebbe vinto lo scudetto con il VAR? Non lo so, ogni epoca fa storia a sé. Non ho mai avuto la percezione che la Juventus fosse favorita dagli arbitri, ma con il VAR gli arbitraggi sono più giusti”.
“Abbiamo riportato la chiesa al centro del villaggio”.
“E’ un peccato che a Torino l’area sia larga 17 metri”
“Chi contesta la Roma non è tifoso della Roma, al massimo è della Lazio”
“La fortuna si provoca, non arriva da sola”
“Difendere bene è una forza della squadra intera, non solo dei centrocampisti o dei difensori. Abbiamo 11 giocatori che difendono insieme e questa è la cosa più importante”
“È un gioco anche di contatto: non è il ping pong o la danza”
“Sono stato fiero dei miei giocatori, hanno dimostrato personalità ed è stata tutto tranne che uno sconfitta”.
Su Totti: “Tutti lo conoscono nel calcio, è un fuoriclasse, uno dei più grandi giocatori che il calcio ha avuto. Ho trovato un uomo molto umile, con spirito creativo, che pensa agli altri ed è un esempio per il calcio. È una persona molto importante, non solo per la Roma ma per tutto il calcio”.
Sul derby. “Non si gioca, si vince”.