La palestre in ginocchio per la chiusura. Patrizio Oliva come al solito va dritto al sodo: la palestra dell’associazione Milleculure, che dirige assieme a Diego Occhiuzzi, altro totem dello sport campano e italiano, tace, senza round di boxe, senza allenamenti. “Ci hanno prima fatto investire migliaia di euro per le sanificazioni, in materiale per tenere lontano il Covid-19, noi siamo per il rispetto delle regole, avremmo rispettato i distanziamenti e invece siamo chiusi e poi ci tocca vedere i bus strapieni, è un controsenso, è avvilente”. Lo spirito mai domo stavolta mostra la corda: “Per il primo lockdown c’era uno spirito diverso, forse ora si paga il tempo tra le due ondate che pare non essere servito a evitarci la chiusura, siamo amareggiati, da imprenditori e sportivi che amano fare il bene dei ragazzi ci troviamo con le mani legate”.
UN ALTRO ROUND PER RIALZARSI
Oliva è sinonimo di grinta, coraggio, la marcia in più che 40 anni fa lo ha portato alla medaglia d’oro sul ring delle Olimpiadi di Mosca. Anche in questo periodo di silenzi è sulla scena, contattato come ambassador per l’Italia dal World Food Programme delle Nazioni Unite. Ora lo sport tace, partite senza pubblico, eventi senza tifo, un dolore per gli occhi: “Questo non è sport, capisco che la salute è al primo posto, ovviamente concordo ma diciamo la verità, dobbiamo resistere ma questo non è più sport, specie in alcune discipline è il business a mandare avanti la giostra. Dobbiamo trovare dentro noi stessi la forza di reagire ancora una volta”.
TYSON SUL RING A 53 ANNI: “ANCHE LA BOXE ORMAI E’ SOLO BUSINESS”
Oliva e boxe, amore infinito, lo sguardo vola dall’altra parte dell’Atlantico.,. Anzi sul Pacifico, allo Staples Center di Los Angeles con Mike Tyson che torna sul ring a 15 anni dall’ultimo gong. Per Iron Mike la carta d’identità segna 53 anni e una vita che ne vale sette, tra violenze, carcere, droga, drammi familiari e redenzioni. “Ho visto che è in grande forma – spiega Oliva -, certo ci sono stati pugili competitivi oltre i 40 anni, penso a George Foreman oppure Evander Holyfield campione del mondo a 45 anni, ma certo l’assenza dal ring per 15 anni è pesante, nella boxe l’inattività si paga, basta una guardia sbagliata e arrivo il pugno che ti costa la salute”.