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Napoli, i problemi stanno nel mezzo

Napoli, nel 2020 i problemi stanno esattamente nel mezzo. Ovvero, sulla mediana, da sempre il barometro di una squadra di successo. Nonostante l’anno positivo in casa azzurra, tra l’Europa raggiunta, le prime posizioni in classifica e il sigillo della Coppa Italia vinta lo scorso giugno, i grattacapi sono arrivati soprattutto dalla metà campo, che ha spunto Gattuso a utilizzare un nuovo modulo, il 4-2-3-1, per ovviare alle lacune, specie in zona realizzativa, mostrate con il 4-3-3 di scuola sarrista. Ma anche con il nuovo assetto si sono evidenziate crepe, lacune.

NAPOLI E L’ENIGMA FABIAN

Lo spagnolo è l’enigma del Napoli. Gattuso, prima ancora Ancelotti, hanno pensato di edificare il progetto tattico intorno a lui, perché la qualità resta, il piede, le intuizioni. Però c’è anche il resto, ovvero quel campionario mostrato soprattutto nella seconda parte del 2020: lentezza di gamba e pensiero, poca intensità, poca convinzione, forse il peso di non aver lasciato l’azzurro in estate, impedito dal Covid-19 che ha prosciugato i conti delle grandi interessate a lui, sebbene De Laurentiis abbia rinunciato a 50 milioni dall’Atletico Madrid, a settembre. Ruiz in questo momento è un punto dolente, Gattuso prova a recuperarlo ma così facendo rinuncia a Demme, sicuramente più d’aiuto, almeno nella fase difensiva. Serve una svolta, il Napoli dipende da lui e da Zielinski

DEMME-SORPRESA, AMLETO-ZIELINSKI, IN ATTESA DEL VERO BAKAYOKO

Il tedesco che porta il nome di Diego è stato di sicuro la chiave del rilancio del Napoli dalla primavera del 2020. Davanti alla difesa, attento nei raddoppi, un primo passaggio semplice e pulito. Non un regista, non illuminante, ma utile, assai utile. Il piccolo calo estivo e a inizio settembre, complice il mercato che sembrava portarlo altrove con Gattuso sulle tracce di Veretout, è stato messo alle spalle, ora Demme è tornato indispensabile, sebbene renda al meglio in una mediana a tre, da vertice basso, piuttosto che in una linea a due. Assieme a lui, non si prescinde da Zielinski, amletico come Fabian anche nella prima parte dell’anno, mentre pare aver scalato un paio di marce nell’ultimo mese, dopo il Covid-19, con il tecnico che l’ha piazzato dietro alla punta nel 4-2-3-1, ma anche più avanzato nel 4-3-3. Non può al momento giocare con Fabian, il Napoli perde colpi e intensità, ma il polacco è la password, assieme a Osimhen, per aumentare di giri il motore del Napoli, che dovrà pure contare sul vero Bakayoko. Portato da Gattuso nelle ultime fasi del mercato, il gigantesco centrocampista francese di origini ivoriane ha finora mostrato parte del repertorio: pesano gli oltre sei mesi in fila di inattività e l’assenza di preparazione al suo arrivo in azzurro. La sua crescita è attesa, sarà determinante.

LOBOTKA FLOP, ACERBO ELMAS: IL MANCATO APPORTO DELLE ALTERNATIVE

Certo, l’andamento altalenante del centrocampo azzurro, forse inferiore rispetto alle altre aspiranti a un posto in Champions League, dipende anche dalla scarsa resa delle alternative, partendo da Lobotka, mai convincente, anzi: negli ultimi mesi è finito ai margini, solo qualche grigia apparizione in Europa League. Pagato quasi 21 milioni di euro dal Napoli, voluto da Giuntoli, meno dall’allenatore che ha finora ottenuto solo Demme e Osimhen tra le sua richieste al club, lo slovacco potrebbe finire al Torino per rilanciarsi. Su Elmas, c’è la stima di Gattuso, ma il macedone finora ha mostrato solo brani di talento, forse servono più partite, minuti, anche più cattiveria (molle l’ingresso nelle ultime prove stagionali), ma il tempo è tutto dalla sua parte.

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