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Napoli, a Udine la stagione vale 90 minuti

Napoli, la stagione vale 90 minuti e qualche spicciolo, ovvero la partita di Udine, domani alle 15. Non è riduttivo affidare il destino di mesi a una singola tappa, ma dopo l’incredibile sconfitta interna con lo Spezia, che ha messo a soqquadro l’umore dei tifosi e le poche certezze degli azzurri, dal Friuli c’è l’obbligo della reazione. Certo, come scritto in altre occasioni, la rosa azzurra presenta dei limiti, soprattutto nella gestione della tensione, dei momenti clou. La società ha costruito un gruppo tecnico, talentuoso, senza il peso, anche in termini di successi, in termini di vissuto calcistico, che spesso mostra la corda.

E quindi la stagione sarà sempre appesa all’umore dei migliori, che leader non sono (forse escludendo Insigne), da Koulibaly a Zielinski, Fabian, Mertens, atteso al rientro, magari anche per pochi minuti. Ma a tutto c’è un limite. La strada dell’ultimo mese, delle troppe sconfitte, va invertita immediatamente.

NAPOLI, DA INSIGNE A LOZANO, I COLPI PER LA RIPARTENZA

Ma lo schiaffo con lo Spezia è inaccettabile per il Napoli, perché ha immediatamente evocato gli spiriti presenti da mesi – a torto – intorno alla figura e al lavoro di Gattuso, che non è inviolabile, che è coinvolto nella nube nera come tutte le parti in causa, ma che non può finire sul banco degli imputati se i suoi attaccanti sprecano decine di palle gol e una volta in vantaggio Fabian regala un calcio di rigore dal nulla allo Spezia.

E’ una specie di gioco al massacro, un masochismo che di sicuro conduce lontano dall’Europa, dalla lotta per un posto in Champions League che deve riguardare Insigne e compagni, nonostante i vuoti nella rosa, centrocampo ed esterni difensivi, che presenta anche delle eccellenze, tipo gli esterni offensivi di qualità e spessore, che poche squadre schierano nel campionato italiano.

Dunque, si riparte e un segnale tocca a Insigne, dopo il tiro a segno senza bersaglio con lo Spezia: il capitano è uno di quelli che ci mette sempre faccia e corsa. Anche nelle giornate nere, come con i liguri. E il messicano è l’unico che pare libero di testa davanti al portiere, non facendosi mancare però anche lui errori grossolani.

DEMME E OSIMHEN, GLI UOMINI DI RINO

Non sono ancora pronti per il Napoli, specie il nigeriano, l’investimento del mercato estivo (breve) del Napoli, ancora alle prese con il Covid-19 e soprattutto il fastidio alla spalla, ai nervi della spalla che non vanno a posto. Demme e Osimhen, le due scelte di Gattuso esaudite dalla società in due finestre di mercato che hanno portato a Napoli pezzi non richiesti dal tecnico (Rrahmani, Lobotka, Petagna, anche Politano) e che fino al 1 febbraio non vedrà novità significative alla voce arrivi, anche se un terzino sinistro servirebbe come il pane, non da ora. E servirebbero soprattutto un paio di atleti di personalità. Due come Gattuso, sia allenatore che calciatore.

 

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