Il Napoli attende il Giudice. Ma chi gli chiede scusa? Per ora, nessuno. E tanti dovrebbero. A partire dall’esercito di house organ del potere, che ha preso di mira, irriso, colpevolizzato la società di De Laurentiis per non aver giocato la partita con la Juventus, per aver ascoltato il grido di precauzione dell’Asl Napoli 2 Nord. L’amicizia tra il patron azzurro e Vincenzo De Luca, la partita da rinviare per l’assenza di Zielinski, Elmas, Insigne. Non esattamente Ronaldo, Rivaldo e Ronaldinho, il trio del Brasile campione del mondo nel 2002, con il rispetto dovuto ai calciatori del Napoli. Anzi, la Juventus presa come esempio di liberalità: sette calciatori via dalla quarantena soft (c’era stato un positivo nello staff esterno), con Ronaldo in nazionale, la società bianconera silenziosa e connivente. Poi CR7 si becca il Covid-19, al sesto tampone in sette giorni di nazionale (allora servono i tamponi in fila?): se il portoghese non fosse evaso dalla bolla, se avesse rinunciato alla nazionale, come avvenuto per i calciatori del Napoli, non si sarebbe ammalato. E non avrebbe rischiato, come è successo, di contagiare altre persone.
NAPOLI, PENALIZZATO E CONTENTO?
E dunque, si attende il giudice sportivo. La sconfitta a tavolino, paradossale, dovrebbe essere evitata. Si parla di un punto di penalizzazione per violazione della bolla? E la Juventus che si è trovata ora un positivo in casa che ha fatto evaporare quella bolla dopo due giorni? Il Napoli è stato in ritiro permanente per 10 giorni, con gli atleti lontani da famiglie e nazionale. Nel frattempo, dal ministro dello sport a pezzi del Cts si sono espressi sulla liceità dell’intervento dell’Asl che ha impedito il viaggio a Torino degli azzurri. Sui quotidiani? Poca roba, più traccia di Pirlo che plasma, trasforma. Quasi nulla su Buffon a casa dopo due giorni, via dalla bolla e come lui Ronaldo, ora positivo. Chi ha sbagliato? Chi, per andarci leggero, ha peccato di superificialità?