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Adriano Foglia: “Il futsal è la mia ragione di vita, a Napoli per sognare ancora”

L'Imperatore, 40 anni, pallone d'oro nel 2003, rivela le sue ambizioni per la prossima stagione in serie A

Un fiume di parole. Un’emozione continua che prova, e trasmette contemporaneamente a chi ascolta. Nel raccontare come si è sviluppato quel fenomeno di Adriano Foglia, pallone d’oro nel 2003 e icona del futsal mondiale. La mentalità vincente, da leader, da bambino innamorato pazzo del pallone, la passione e la forza che a 40 anni gli dicono di stupire ancora. Lo farà nel Napoli, di nuovo in serie A.

L’ICONA MONDIALE DEL CALCIO A CINQUE

“Praticamente ho iniziato a Napoli, sì prima ad Augusta ma poi un periodo qui – racconta l’Imperatore, – e sinceramente per me è un orgoglio, una grande soddisfazione avere a 40 anni una voglia così di voler stupire ancora la gente, fare goal, aiutare la mia squadra ed i miei compagni. Una felicità stupenda, voglio dare il mio contributo e portare questo club il più in alto possibile. Sono stato accolto come uno di famiglia, hanno aiutato prima l’uomo Adriano e poi il calcettista Foglia e per me è stato importantissimo. Non vedevo l’ora di tornare qui per cominciare questa stagione. Voglio chiudere in bellezza ed alzare almeno un trofeo.

Sono sempre stato un po’ una testa dura, ho giocato con i migliori e qui ci sono tanti giovani come Perugino, Hozjan, Arillo, uno degli italiani più forti in giro, che mi ascoltano e mi seguono ma io a loro non devo insegnare nulla. Non mi piace perdere, né in allenamento né a pari o dispari. Noi? Penso che siamo una grandissima squadra e sarà difficile scegliere per il mister, ma dobbiamo ragionare unicamente da collettivo e fare bene. Possiamo dire la nostra, in questo mese ho visto concentrazione ed applicazione”.

E poi due parole sull’amico di sempre, il futsal. “E’ la mia vita, quando scendo sul parquet dimentico tutti i problemi e senza non sarei vivo. A me fa impazzire, ogni volta come se fosse il mio ultimo giorno e spero che gli altri capiscano che deve essere così anche per loro. Quando la rete si muove ed i tifosi esultano mi sento al massimo. A Napoli sono diversi, lo dico io che ho giocato un po’ ovunque in Italia. Non vedo l’ora, meritano il nostro spettacolo

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