La decisione era nell’aria, dopo l’apertura verso ora di pranzo del Governo a un tetto di mille spettatori per le semifinali degli Internazionali d’Italia di tennis a Roma. Torna il pubblico per la Serie A, mille spettatori (il limite stabilito dal ministro dello Sport, Vincenzo Spadafora) anche per Parma-Napoli (domenica, ore 12,30) e Sassuolo-Cagliari, in programma domenica alle 18,30 a Reggio Emilia.
LA CAPIENZA RIDOTTA
Con capienza ridotta, ma si riparte, il Governo, nonostante l’incremento dei contagi da Covid-19 in corso, ha deciso di allentare la presa sullo sport italiano. In crisi di emozioni, calore e anche soldi. Con gli incassi al botteghino che affossano i conti delle società. E in attesa dell’accettazione del protocollo sicurezza approntato da Figc e Lega di A (sanificazioni, tamponi, distanziamento sociale) da parte del Governo, sarà importante garantire l’accesso al pubblico anche negli altri impianti d’Italia. Magari una quota intorno al 10% della capienza degli impianti. In precedenza la Regione Abruzzo aveva riaperto al gli allenamenti e le amichevoli del calcio Napoli. Era stata la prima a garantire l’accesso del pubblico.
L’IRA DI DAL PINO (LEGA CALCIO)
«Non mi piace dirlo, ma lo devo fare a voce alta : il calcio merita rispetto. Bisogna pianificare le cose dialogando»: così il presidente della Lega di Serie A Paolo Dal Pino, a Radio DeeJay, ha commentato la miniapertura degli eventi sportivi al pubblico decisa ieri. Ha sottolineato di non essere stati ascoltati dal ministero dello sport guidato da Vincenzo Spadafora. «A luglio abbiamo fatto con i migliori consulenti in circolazione uno studio di 300 pagine su come riaprire gli stadi in totale sicurezza. Nessuno ci ha mai chiamato nemmeno per affrontare questo discorso”.
APERTURA FINO AL 7 OTTOBRE
In serata, il dietrofront. II governo ha deciso di aprire gli stadi di serie A al pubblico in tutta Italia fino a mille spettatori da domani fino al 7 ottobre. La decisione arriva dopo l’incontro tra i ministri Spadafora, Speranza e Boccia e il presidente della conferenza delle Regioni Bonaccini. Dopo le ordinanze di Emilia Romagna, Veneto e Lombardia. Le tre regioni, infatti, avevano già deliberato per l’apertura degli impianti sportivi al pubblico.