Luciano Spalletti parla alla vigilia della sfida con il Milan che può valere un pezzo di scudetto. Al Maradona, pieno fino al 75% della capienza, va in scena una sfida molto importante
E’ uno snodo importante, ci arrivate nel modo migliore? Come sta il Napoli?
“Chi sta meglio non lo so, lo dirà la partita, noi stiamo meglio possibile, parlo per la mia squadra. Noi siamo al top delle nostre possibilità per giocare”.
Gara che vale la vetta, stadio esaurito, grande arbitro, per due squadre che hanno vissuto problemi di infortuni e decisioni arbitrali discusse. Meritano di più entrambe?
“Noi abbiamo avuto tanti infortuni, penso pure il Milan, abbiamo dovuto sistemare tante cose, qui c’è stata la bravura dei giocatori, contagiati non solo per il Covid ma anche nel distribuirsi le qualità nelle staffette. Noi abbiamo costruito nelle difficoltà la forza della squadra, poi su altre situazioni non trovo altro e faccio i complimenti al Milan per il percorso di Pioli negli anni, ha costruito una grande squadra con Massara che conosco bene, con Maldini ho parlato diverse volte, sono un club forte”.
Stadio azzurro che torna a cantare con i gruppi organizzati, le sue emozioni e la consapevolezza della squadra?
“Le mie sensazioni sono buone, non so quelle degli altri, ma non possono essere più motivati di noi. Insieme alla squadra stiamo costruendo una bella squadra, tutti insieme, includo anche il pubblico che ci caratterizza nell’essere napoletani. Insieme al pubblico c’è anche il nome di Maradona, mettiamoci anche la sua benedizione già che ci siamo e l’abbiamo già provato quest’anno, sarà una bella notte”.
Ci racconta qualche episodio nel quotidiano dopo il gol di Fabian che ha acceso l’entusiasmo.
“E’ sempre l’etica del lavoro che fa la differenza, le sensazioni erano diverse dopo Cagliari, si parlava di cose opposte, ora è il contrario ma deve esserci un modo di lavoro corretto. Funziona così nel nostro lavoro, quando hai tutto contro devi tirare fuori qualcosa per determinare delle reazioni, si parla di cose misteriose da tirar fuori. Sinistro di Fabian? Quello si era già visto, non si era vista l’imbucata di Ounas, e c’è da vedere… Insigne è sempre lì e le riprende le sue forme, momentaneamente nascoste, lui poi le tira fuori. Oppure la determinazione della squadra di diventare più fisica in qualche momento, strappando il pallone, oltre a giocare a calcio”.
e va in un certo modo, quella parola la pronuncia?
“La posso pronunciare sempre, non è un problema. Vogliamo giocarci le nostre possibilità, sappiamo che ci giochiamo moltissimo, abbiamo la possibilità di rendere immortali le nostre carriere e robe del genere. Lo dissi già, essere dimenticati velocemente oppure ricordati per sempre, ma è tutto da giocare contro squadre fortissime al nostro stesso livello e dipenderà da molti fattori. Possono essere più forti di noi, ma è difficile che siano più motivati di noi”.
C’è consapevolezza. Lei all’inizio disse la squadra non sa quanto è forte.
“Tutti dicevate prima o poi litigherà con quello, con quell’altro. Se dall’altra parte si sbaglia qualcosa, io devo rimanere della mia posizione. Ad esempio Victor andava troppo sugli avversari, ora c’è un miglioramento da parte sua, alcune cose devi portarle dietro ed altre lasciarle perché non fanno bene. Lui ha messo da parte certe cose, oppure le reazioni della squadra nevrotiche non ne vedo più, la squadra ragiona e accetta ciò che è imposto ed aspetta il momento giusto per invertire la situazione. E’ una maturità della squadra”.
Cosa il Napoli può far meglio del Milan come caratteristiche e dove invece deve stare più attento?
“Oltre alle giocate, all’intuito al talento, c’è bisogno di riempire la partita con più impatto fisico. Il Milan è forte, ha caratteristiche con l’uscita corta alternata a quella lunga, loro ogni tanto riportano palla dal portiere e poi la mette alle spalle della linea difensiva perché cerchi di essere corto e stretto e lui tira la pallata dall’altra parte dove ha giocatori velocissimi e ribalta l’azione, un po’ quello che facciamo noi con Osimhen. Dobbiamo stare attenti, alternare un po’ tutte le qualità di cui il calcio moderno ormai è pieno, non è solo essere ordinati e stretti, ma anche sapersi allungare ed aprire e tirare queste sventagliate uno contro uno in giro con fisicità e corsa”.
FOTO SSC NAPOLI