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Spalletti e Anguissa: “A Glasgow sarà dura, ma siamo pronti a combattere”

Spalletti e Anguissa

Luciano Spalletti, tecnico del Napoli, presenta a sfida ai Glasgow in Champions League in programma domani. A breve le parole del tecnico in conferenza stampa. Ad affiancare il tecnico ci sarà Frank Anguissa.

 

ANGUISSA E LA VOGLIA DI VINCERE

“Sarà una gara molto difficile, ma devo essere chiaro, siamo qua per vincere. Non sarà facile, loro sono una squadra forte e giocano in casa. Dobbiamo dimenticare la gara con Liverpool, essere mentalizzati”.

Contro il Liverpool una delle tue migliori gare in carriera?
“Sicuramente è stata una grande gara, era la mia prima in Champions League. Ma bisogna sempre pensare alla squadra, se io gioco bene e la squadra vince va bene”.

È cambiato qualcosa rispetto allo scorso anno nella tua partecipazione alla fase offensiva?

“Non è cambiato molto, posso segnare ma ci sono anche gli attaccanti che possono fare gol. A me interessa solo vincere, questo è importante”.

L’errore da non commettere?

“Ho visto dei video, il clima è incredibile ma siamo pronti. L’importante è non pensare che siamo qui per vincere e sarà facile, loro sono una grande squadra e dobbiamo rispettarli. Non possiamo pensare sarà una partita facile, tutto può succedere”.

Sull’assenza dei tifosi napoletani

“Sarà difficile, ma loro sono sempre con noi e ci spingono sempre. Dobbiamo lasciare tutto in campo, che i tifosi siano qui o in Italia restano sempre nei nostri cuori”.

È il momento migliore della tua carriera?

“Per essere calciatore bisogna lavorare e migliorarsi ogni giorno. Non posso dire se questo sia il momento migliore della mia carriera, bisogna sempre lavorare”. 

SPALLETTI E LA DIFFICOLTA’ DELLA GARA

“Il fatto di avere un giorno in più ti permette di cominciare a pensarci un pochino in anticipo sulla formazione, quando si gioca in modo così ravvicinato si può avere un pochino più di tempo”.

Che tipo di partita sarà?

“Qui il tipo di gara che sarà è piuttosto chiaro. Facciamo le sentite condoglianze a questo popolo per quanto accaduto. La loro storia viene trasferita nei 90′ delle partite, devi essere bravo a saper reagire a quella pressione emotiva, vocale e fisica. Saranno tante cose tutte insieme che ti vengono addosso. Conosco i miei calciatori, li ho visti disponibili e pronti a mettere a disposizione le loro qualità in qualsiasi contesto. Li vedo più sicuri e tranquilli di potersi giocare la gara, anche in una situazione come questa”.

Cosa hai pensato delle squadre sorteggiate in questo girone?

“Che fosse un girone per i sentimentali del calcio, ci sono squadre storiche dentro. Che queste competizioni non capita spesso di viverle e di giocarci dentro, essere quelli di andare in questi stadi doveva essere una felicità in più”.

Loro vengono da due sconfitte, che reazione ti aspetti?
“Loro subiscono questa differenza da quanto giocano in casa a quando giocano fuori. Questo tipo di stadio e di blasone di questi club diventa una spinta e una forza in più per i calciatori. Di fronte al loro pubblico è impossibile non avere reazioni superiori alla media, mi aspetto dunque una reazione superiore alle aspettative di una partita normale”.

Sul piano ambientale può ricordare la trasferta di Firenze?

“Anche lo scorso anno abbiamo giocato gare in stadi con questa passione e questa passione esercitata dai tifosi avversari. C’è un modo per affrontare queste situazioni, ovvero tenere palla e dire ‘Ora si fa come dico io’. Se pensiamo di randellare e buttare via la palla, diventa difficile per 90 minuti. Bisogna giocare palla e vedere se l’avversario è bravo a fare quello che è il nostro calcio”.

Simeone sarà il sostituto di Osimhen? 
Raspadori  – ha aggiunto Spalletti – è molto bravo a fare movimento, ha fatto più di alcuni centrocampisti nella gara con lo Spezia. Ha fatto quello che mi aspettavo, forse domani qui serviranno altre caratteristiche, è normale fare anche altri pensieri. Non si perde niente con quello o con quell’altro, con Giovanni si riesce di più ad attaccare la profondità perchè è quello che fa di mestiere, gli piace molto vedere cosa c’è tutto quello che passa. Lui è un calciatore forte proprio per questo tipo di entusiasmo, quando ci sono quei calciatori lì è normale che facciamo quel passo in avanti per diventare dei campioncini. È entrato due-tre volte dalla panchina mi diceva, non me le dire, fammi giocare, per avere anche trenta secondi in più in campo. Così diventa tutto più facile…”

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