Paolo Rossi, l’eroe dei Mondiali 1982 morto stanotte, uno dei simboli senza tempo del calcio italiano, ebbe un rapporto complicato con il pubblico napoletano. Fu fischiato da oltre 90 mila tifosi allo Stadio San Paolo. L’episodio avvenne nel 1979 in un Napoli-Perugia, Rossi era in procinto di trasferirsi dall’Umbria al Napoli per circa cinque miliardi di lire. Una cifra fuori mercato, con Corrado Ferlaino pronto a firmare l’assegno. Per un trasferimento che fu parecchio discusso: il sindaco di Napoli, Maurizio Valenzi, criticò molto l’operazione, Napoli era una città avvolta da tanti problemi, anche prima del terremoto dell’Irpinia che avrebbe riscritto, assieme a quello del 1981, la storia di Napoli e della Campania. Valenzi disse che era una somma immorale per un calciatore, in una città dove funzionava poco tutto, anche le fognature.
Paolo Rossi e i 90 mila fischi al San Paolo
Paolo Rossi dunque è finito nel libro dei record non solo della nazionale italiana ma anche del Napoli. Era presente, anzi la causa principale di un record che riguarda lo Stadio San Paolo, da questa sera Stadio Deigo Armando Maradona. Quel Napoli-Perugia del 20 ottobre 1979 fu il teatro del primo dei due primati di affluenza stabiliti nell’impianto di Fuorigrotta. (Il secondo si raggiunse con Napoli-Real Madrid di Coppa dei Campioni nel 1987, con quasi 100 mila spettatori), oltre 90 mila spettatori: Maradona ancora non c’era. Ma c’era Paolo Rossi con la maglia del Perugia.
La maggior parte dei tifosi era, invece, stata attirata al San Paolo dalla allettante prospettiva di poterlo fischiare. Qualche mese prima, durante la campagna acquisti, aveva rifiutato il trasferimento al Napoli (diciamo, piuttosto, a Napoli), nonostante Ferlaino avesse faticosamente raggiunto l’accordo con il Vicenza del presidente Giusi Farina per il prestito di Pablito e il pagamento in due tranche dei cinque miliardi.
Rossi non volle, ritenne che Napoli non fosse l’ambiente giusto, avrebbe preferito la Juventus, dove finì qualche anno dopo, Una scelta assolutamente rispettabile. Ma al San Paolo venne giù un concerto di fischi. E pure un aereo che volteggiava sullo stadio con una gigantesca scritta “Rossi non sei degno di noi!”. Pablito fece anche gol su rigore e raccontò, a fine partita, di non riuscire a sentire neppure il richiamo dei compagni di squadra, a causa dei fischi. A fine stagione arrivò la squalifica per il Totoscommesse, poi la resurrezione, con i sei gol ai Mondiali spagnoli e la nascita del mito Pablito.