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Napoli, tra ePes e le maglie autoprodotte: così si traccia il futuro

Napoli, prima l’accesso al calcio virtuale, accordo con il colosso nipponico Konami (che finirà anche sull’insegna del centro sportivo di Castelvolturno) e accesso alla ePes. Eppoi il discorso sul nuovo sponsor tecnico, con la folle (o mica tanto) di autoprodurre la maglia ufficiale nei prossimi anni. Il Napoli prova a trovare la sua strada nel calcio che con un colpo di mano ha tentato il jackpot, sinora senza riuscirvi. Certo, non si tratta di voci così impegnative sui conti del club. Partendo dal gaming online, ma segna in ogni caso un cambio di passo rispetto al recente passato. In Italia ci sono già diverse società che hanno investito negli e-esports, con la squadra virtuale, con smanettoni professionisti ingaggiati (anche a cifre alte), perché il gaming è una delle tracce per iniezioni di liquidità in cassa. Il concetto è arrivato in Serie A in ritardo ovviamente rispetto ad altri tornei. Ma la eSerieA Tim esiste, organizzata da Lega Serie A in collaborazione con i partner Infront e PG Esports. Una competizione su PlayStation che mette uno di fronte all’altro campioni dell’esport ingaggiati dalle medesime squadre che ogni weekend calcano i manti erbosi di tutta Italia. In questi giorni si sono svolti i playoff della prima edizione. E con ogni probabilità il club di De Laurentiis si è agganciato al treno al momento giusto. Perché gli sport elettronici muovono miliardi di euro annui e con prospettive ulteriori di crescita.

NAPOLI, MAGLIA AUTOPRODOTTA COME IL LECCE?

La tentazione di De Laurentiis per il Napoli è imitare il Lecce. Maglia autoprodotta, Potenziale carta vincente nell’era del Covid-19, dove gli accordi con i top club vanno al ribasso: l’ntesa tra Manchester United e TeamViewer da 55 milioni di euro annui è cinque volte inferiore complessivamente alla somma garantita dal marchio precedente, Chevrolet, al club inglese. E quindi, colloqui con Amazon per la logistica, contando sui precedenti, ovvero sullo store ufficiale aperto dal Napoli sulla piattaforma di Jeff Bezos. E poi, sulla griffe per la linea da produrre, approcci con Armani. Se il problema pare essere la produzione, ovvero un’azienda che produca tutto il materiale, l’autoproduzione, con maglietta a costi contenuti, potrebbe davvero essere un asso di briscola nelle mani del Napoli, mentre i club europei assistono alla corsa delle maglie parallele, un fiorente mercato generato, per esempio, su Alibaba Express.

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