Gattuso sferza il Napoli. Il momento di cambiare marcia, di non far mancare il veleno. Da Insigne al modulo, al possibile sacrificio di uno degli attaccanti. Il tecnico degli azzurri, alla vigilia della trasferta in Olanda con l’Az Alkmaar che può valere il passaggio alla fase a eliminazione diretta dell’Europa League, mostra i muscoli, richiamando all’attenzione generale il gruppo e anche l’ambiente Napoli dopo la sonate vittoria sulla Roma. Già è avvenuto in passato che la rosa azzurra si sia rilassata, che sia mancata voglia di vincere ogni gara. Una questione di personalità: “La squadra è forte tecnicamente, ma non solo nella mia gestione non può permettersi di non metterci il veleno ed una corsa in più, la qualità ti fa vincere le partite, ma non tutte.
Ci vuole una grande testa, voglia, l’obiettivo unico, bisogna giocare sempre insieme nel bene e nel male, la squadra non può farne a meno”, ha detto Gattuso nell’intervista concessa a Sky Sport, che trasmetterà la partita domani sera, calcio d’inizio alle ore 21. E attenzione agli olandesi: “Nella gara di andata abbiamo girato la palla troppo lentamente e abbiamo avuto difficoltà nel trovare gli spazi giusti” ha detto Gattuso nella conferenza stampa, qualche minuto fa.
GATTUSO E IL MODULO: ECCO IL 4-3-3
Gattuso non fa passi indietro. Il modulo che lui ha scelto per il Napoli dal suo arrivo in Campania è il 4-3-3. L’utilizzo del 4-2-3-1 è una variante, sperimentata in qualche occasione, anche con successo, ma che necessita di una punta come Osimhen (non convocato, ancora dolorante a una spalla, forse out anche a Crotone): “Diversità tattiche? A me sembra di sognare. Io su un centinaio di partite ho sempre fatto 4-3-3, è il mio modulo, col 4-2-3-1 ne ha fatto 4-5. Non è una questione di modulo, di numeri, i giocatori forti bisogna farli giocare ma se non ci mettiamo in testa che serve una corsa in più qualcuno deve restare fuori, ma mi piace far giocare chi ha qualità. Ma ne parliamo troppo, non è un problema di modulo, ma di voler far fatica”.
GATTUSO E INSIGNE: STOP AL MUSO LUNGO, ORA FACCIA LA DIFFERENZA
Un segnale di stima, prima ancora che un richiamo. Insigne produce gol e assist, è la marcia pin più, ma: “Mi aspetto ancora di più, è il capitano, voglio vederlo con meno muso, non è più un 23enne, deve fare quel salto di qualità quando gli rompo le scatole tutti i giorni. E’ musone, lui lo sa, ha ancora tanti anni e deve migliorare quest’aspetto. Poi tecnicamente e per il sacrificio è impeccabile, ma lo vorrei più allegro e meno musone, non deve fare 2-3 giorni di mutismo quando si spegne la luce. Ma lui lo sa”, chiude il tecnico
L’OMAGGIO A DIEGO: ” HA CAMBIATO IL CALCIO ITALIANO”
Infine, un passaggio su Diego. Il dolore in città è ancora molto forte, diffuso, avvertito. “Diego ha cambiato la storia del calcio in Italia”. Una frase che riassume i sette meravigliosi anni di Maradona in Serie A.
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