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Casertana, due positivi al Covid-19 tra i rossoblù

Casertana – Viterbese alla fine si è giocata e i padroni di casa, scesi in campo con soli nove uomini, di cu i tre, denuncia la società, “in stato febbrile e in attesa di tamponi”, hanno perso con tre gol di scarto. Le polemiche, però, non si sono ancora placate.

In una nota ufficiale, infatti, la Casertana FC comunica che due dei tre calciatori rossoblù sottoposti ad urgente tampone dall’ASL di Caserta nell’immediato pre-partita del match con la Viterbese, a causa dell’evidente stato febbrile, sono risultati positivi al Covid-19. “Una notizia – si legge – che non fa altro che aumentare amarezza e sgomento per la gestione non condivisibile da parte degli organi preposti dell’emergenza vissuta dal nostro club nell’ultima settimana. In campo con due calciatori positivi, nonostante la Casertana FC avesse chiesto almeno il posticipo dell’orario di inizio della gara in attesa di conoscere l’esito dei tamponi, la partita di ieri ha rappresentato e rappresenta un pericolo per i calciatori in questione, i propri compagni di squadra e gli stessi avversari. Restiamo increduli di fronte a ciò, con la speranza che ora altri abbiano il buongusto di non spendere più parole inutili”.

L’AMAREZZA DEL PRESIDENTE DELLA CASERTANA

Il presidente della Casertana, Giuseppe D’Agostino, è letteralmente un fiume in piena. A scatenare la rabbia l’aver costretto la Casertana a scendere in campo, nonostante la situazione presentasse rischi per la salute. E’ stato scandaloso e vergognoso – denuncia D’Agostino in una nota pubblicata sul sito web della squadra campana – . Mi vergogno di far parte di questa Lega. Se questo è il calcio, vuol dire che io non c’entro niente. Mi sento deluso, offeso e preso in giro da tutti. Non ho mai visto una cosa del genere”.  “Ci hanno fatto fare tamponi su tamponi – continua – in questa settimana ed alla fine siamo stati costretti a scendere in campo in nove. Purtroppo siamo rappresentati malissimo. Prendo le distanze da quelle persone. Il presidente della Viterbese ha messo a rischio anche la sua squadra. Eravamo in nove ed in più tre calciatori erano con la febbre ed abbiamo ritenuto opportuno sottoporli a tampone. Eravamo in attesa dell’esito, ma c’hanno costretto a scendere in campo prima”.

“QUESTIONE DI SOLDI, MA LA SALUTE VIENE PRIMA DI TUTTO”

“Pur di giocare avevamo chiesto il posticipo alle 21 – sottolinea D’Agostino – per essere sicuri che i tre calciatori sospetti non fossero anche loro positivi al Covid. Lo spero per loro vivamente. Ma non per la Lega e per chi la rappresenta. Interessavano solo i tre punti. Alle due e mezza ho sentito il presidente della Viterbese; mi diceva che non poteva rinviare la partita perché lui ha speso due milioni e non poteva rischiare. E’ una questione di soldi? Qui si parla della salute delle persone. Abbiamo quindici positivi. Quando si può parlare di focolaio? Questa è una domanda che vorrei fare all’ASL. Se si trova un positivo in un’azienda, chiudono tutto per quindici giorni. E noi invece possiamo giocare. Possiamo morire! Me ne vergogno. Non presentarci? Si poteva fare. Ma non dovevamo essere noi a decidere se scendere in campo o meno. Non è giusto! Castellammare? Decidere la Lega. Se dobbiamo andare a giocare, andremo. Tanto decidono loro”, conclude amareggiato D’Agostino.

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