L’Arzano Volley è pronto a tornare in campo nella serie B1 femminile. La prima brutta sorpresa, però, arriva proprio dal fronte cittadino. Da più di un mese i vertici societari, con in testa il presidente Raffaele Piscopo, chiedono di incontrare il commissario straordinario di Arzano. Per chiedere l’utilizzo del palazzetto dello sport, così come richiesto dalla Fipav.
Le gare, infatti, devono disputarsi in una struttura omologata anche se senza spettatori. Ovviamente dal palazzo comunale risposte non ne sono arrivate. Così come non c’è l’autorizzazione di utilizzare la struttura per almeno due allenamenti oltre che per le gare di campionato.
L’Arzano Volley si trova così fra due fuochi. Da un lato la federazione che chiede di giocare a partire dal 23 gennaio. Dall’altra l’amministrazione comunale che si ostina a tenere chiusa la struttura. Forse anche per il congruo numero dei dati dei contagi da coronavirus anche in regione Campania. Il palazzetto di Arzano resta così sbarrato. Proprio nell’anno nel quale avrebbe dovuto accogliere e coccolare atlete e spettatori con il famoso impianto di riscaldamento fortemente voluto dal ministro dello sport Spadafora. Sono già arrivati i fondi per la realizzazione.
Quello stesso ministro che non ha vietato lo svolgimento dei campionati dilettantistici come quello di B1 femminile. Ma che non ha ancora fatto i conti con un comune come quello di Arzano che invece vuole che il palazzetto resti chiuso.
In attesa di conoscere gli sviluppi di una vicenda ancora poco chiara, l’unica certezza arriva dal calendario. Il giorno 30 gennaio, la Fipav, richiede la disponibilità del palazzetto per la gara interna con la Domus Bari in programma alle ore 16. Match valido per la seconda giornata del torneo che si apre sette giorni prima con la trasferta in quel di Isernia per l’Arzano Volley. Una vera e propria disdetta.