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Abbagnale: “Anche atleti amatoriali devono rispettare regole”

Giuseppe Abbagnale, presidente della Federazione italiana Canottaggio , scrive ai vertici dello sport italiano. Per denunciare una disparità di trattamento tra gli atleti tesserati in ambito federale e quelli amatoriali, gestiti dagli Enti di promozione sportiva (EPS).

LA NOTA UFFICIALE

In una nota ufficiale indirizzata al ministro dello Sport, Vincenzo Spadafora, e al presidente del CONI, Giovanni Malagò, il presidente della FIC esprime “disappunto e preoccupazione”.  Per la “paradossale situazione che, in un momento di grande apprensione per lo sport ed il Paese.

Vede gli EPS perseverare nel considerare attività di natura squisitamente promozionale, o al più, di carattere amatoriale, alla stregua di eventi e competizioni di interesse nazionale e, come tali, non sospesi anche in relazione alle sedute di allenamenti per numerosi potenziali partecipanti”.

Abbagnale sottolinea che apprezza  “Io sforzo del Governo. Nel tentare di restringere il novero degli eventi agonistici ammessi. Inserendo nel DPCM del 3 dicembre , inoltre, la specifica ‘di preminente interesse nazionale’ e quello del CONI, in data 12 dicembre , di invalidare alcune attività indicate dagli EPS. Eliminando quelle nell’ambito di discipline non riconosciute dallo stesso CONI”, queste iniziative da sole non bastano.

ABBAGNALE: NON CORRETTA DISPOSIZIONE DPCM

La principale contestazione del presidente della FIC riguarda, infatti, la correttezza della disposizione, contenuta nel DPCM del 3 dicembre, che ammette la possibilità, anche solo potenziale, di porre in essere attività “di preminente interesse nazionale” svolte dagli EPS.

“Gli Enti di promozione sportiva – scrive Abbagnale citando lo statuto del CONI –  sono infatti associazioni che hanno per fine istituzionale la promozione. E l’organizzazione di attività fisico-sportive con finalità ricreative e formative. E che svolgono le loro funzioni nel rispetto dei principi, delle regole e delle competenze del CONI, delle Federazioni Sportive nazionali e delle Discipline Sportive associate”.

ABBAGNALE, L’ALLARME

L’allarme di Abbagnale è chiaro: “stiamo assistendo ad una situazione paradossale. Nella quale atleti tesserati in ambito federale, partecipanti a campionati italiani, hanno sospeso ogni attività agonistica. Se non in limitati e giustificati casi di effettivo interesse nazionale.

Tesserati degli EPS, invece, abitualmente praticano solo attività amatoriali. Esplicitamente dichiarate non agonistiche. Stanno continuando a gareggiare ed allenarsi. In nome di un proclamato ‘preminente interesse nazionale’. E non valga neanche denominare i trofei amatoriali degli EPS. Con nomi altisonanti quali ‘Coppa Italia’, Peraltro prerogativa di FSN e DSA. Per farle rientrare tra le attività ammesse. Su questo, inoltre, ci permettiamo di chiedere anche al CONI una più rigorosa vigilanza”.

SITUAZIONE NON TOLLERABILE

“La condizione sopra rappresentata” viene definita da Abbagnale,, inoltre, non più “tollerabile. Per una ragione di giustizia sostanziale e di rispetto delle regole. E delle prerogative di ciascuna organizzazione. Cui, da sportivi, siamo particolarmente attenti”. In conclusione, invece, la richiesta ai massimi vertici dello sport italiano di “ripristinare l’effettivo e legittimo significato dell’espressione ‘di preminente interesse nazionale’ .
In relazione alle competizioni Sportive agonistiche ammesse. Arrestando, infine, ogni comportamento degli EPS teso ad aggirare il limite imposto dalla misura normativa. Che, giova ribadirlo, è dettata ai fini del contenimento dei contagio”.

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