I posti sulla barca sono pochi. Pochissimi, dopo un rapido zapping tra radio, tv e siti. Ma vuoi vedere che con Gattuso si è esagerato? Vuoi vedere che con gli attaccanti a disposizione e in forze il Napoli è capace di correre, come avvenuto a inizio stagione? Anzi, di giocare il miglior calcio d’Italia da due mesi, qualità e gioco corale, attenzione e diagonali, piano tattico della gara sempre messo a fuoco. In ultimo, con la Lazio. Ma sì, pensiamoci un attimo, pensiamo alle altre competitor per la corsa Champions, chi si è trovato per mesi senza attacco? Il Milan che senza Ibra per un mese perde colpi? La Juve regolarmente in crisi senza Ronaldo? Sì, tutto questo è stato dimenticato. In alcuni casi, volutamente. C’era da colpire, colpire duro. Il Napoli contro l’Atalanta con Elmas attaccante (e prima Politano), senza Mertens, Osimhen, a un tratto anche senza Lozano e con Insigne azzoppato. L’appiglio era Petagna, il solo Petagna, che ora, con le munizioni al completo, fa da tappezzeria in panchina.
LA DISPERATA CORSA SULLA BARCA GATTUSO: ORA TUTTI A BORDO
Per intenderci, il Napoli che per due mesi e più non girava non era solo azzoppato dalle assenze. Il gruppo pareva poco coeso, le fratture di parte della rosa con la presidenza si sono fatte sentire, non va dimenticato che si parte sempre da quell’ammutinamento e che il Covid-19 ha imposto la reciproca convivenza con alcuni pezzi grossi della squadra. E c’è stato un momento, non brevissimo, che Gattuso stesso pareva in confusione. Tipo a Verona, forse la partita peggiore di tutte, con cambi scellerati, Mertens senza fiato nel ruolo di trequartista e in genere poco attaccamento alla causa. Quindi, non è in corso la salvificazione di Gattuso. Ma c’è un ma, abbastanza esteso. E davvero una corsa a indicarlo come incapace, inadatto, scarso, ciuccio, capotico, raccomandato, sostenuto dalle amicizie in alto a Milano. Insomma, un campionario di sciocchezze alimentato dalla società, che aveva certo il diritto di guardarsi intorno, contattare altri tecnici, in caso di deriva. Ma farlo sapere a tutta la stampa, con dovizia di particolari su contratti offerti a tizio e caio, la clausola di Sarri, i dubbi di Allegri, la famiglia di Benitez, andava evitati, c’era il rischio concreto di deragliare. E invece, gruppo ricompattato, il rientro degli assenti (molti), la qualità ritrovata e la corsa in campionato. Venti punti nelle ultime nove partite, compreso il suicidio firmato Manolas con il Sassuolo, a un attimo dalla fine. Sarebbero stati 22.
SEI FINALI, LA CHAMPIONS, PRIMA DEI SALUTI
Ovviamente la corsa alla Champions non è agevole. Ora il Napoli ha le munizioni, con i pregi di un attacco straordinario (ora, al completo) e i difetti che si porta dietro da tempo, in termini di rosa e di personalità. Torino, Cagliari, Spezia, il primo trittico è il più complicato, si giocano la salvezza, servirà fame, oltre che qualità. La seconda triade di partite invece offre scenari diversi, Udinese, Fiorentina e Verona potrebbero essere già in salvo, senza nulla da chiedere al torneo, mentre le avversarie del Napoli si divideranno punti. Tutto da scrivere, in ogni caso. Con una certezza: se il Napoli dovesse arrivare tra le quattro, per i detrattori del tecnico, nella legittima negativa opinione sulle sue qualità, ci sarebbe un atto da compiere, per onestà intellettuale: ammettere che in un anno e mezzo di Napoli, dalla ricostruzione post macerie alla Coppa Italia vinta, al posto Champions, Gattuso ha fatto bene. Più che bene.